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<div align=”left”>Leggendo intorno alla cura della cosiddetta malattia mentale, noto
che i termini sono quelli della cura che mira all’accettabilità sociale. Gli psicofarmaci, come si legge, “migliorano le condizioni di
convivenza nelle comunità sia ospedaliere che extramurarie”. Che cosa
vuol dire questo? L’ospedale è forse il modello di città normalizzata?
Il disturbo psicotico mette in questione proprio “l’ambito sociale” cui vengono a forza ricondotti i cosiddetti malati mentali i quali sono tali perchè non riconoscono il “loro stato di malattia e percepiscono la realtà in modo diverso dal comune”.
Se le cose stanno così, somministriamo antipsicotici ai poeti, agli artisti, agli scienziati. Per il loro bene.</div id=”left”>