• Questo topic ha 2 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 17 anni fa da gibianto.
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  • #11227
    gibianto
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      Buona sera dottore,

      ho 50 anni dal mese di Ottobre mi èstato diagnosticato il diabete di tipo 2.

      a seguito di tutti gli esami di routine (che sono andati tutti bene in quanto tutti i valori di glicemia, colesterolo cattivo, trigliceridi, glicemia glicata ecc. ecc. si sono normalizzati) , durante un ECG con prova da sforzo, sono risutato positivo per ischemia da lavoro ad alto carico, con il seguente commento :”test condotto fino al raggiungimento del 97% della FMT, interrotto per esaurimento muscolare.Al massimo carico di lavoro comparsa di sottoslivellamento ST significativo solo in V3, ai limiti della significativa in V4. Non sintomatologia associata C: TDS positivo per ischemia da lavoro ad alto carico”.

      Conseguentemente mi è stato suggerito di prendere la cardioaspirina e di eseguire una coronografia.

      Le chiedo cortesemente se a suo giudizio, visto che mi è stato riferito che questo tipo di esame può esere pericoloso, è veramente l’unico modo per verificare se ho problemi cardiovascolari in corso? la diagnosi che mi è stata fatta è molto grave? E’ forse il caso di rifare l’esame e contattare un cardiologo specialista.

      Segnalo inoltre che attualmente sto assumendo i seguenti farmaci:

      1 compressa al giorno di Karvea 300
      1 compresa al giorno di Fulcro 200
      2 compresse al giorno di Metfonorm 1000
      1 bustina al giorno da 75 mg di Cardiorene

      Ho inoltre notato che da quando ho iniziato ad assumere il Cardiorene, la mia PA a volte scende a valori 99 la massima 60 la minima 68 le pulsazioni.

      Le segnalo inoltre che al mese di Giugno 2006 il mio peso era di crica 97 Kg, ora invece ho un peso di circa 81 Kg un giro vita di 94 cm e un ‘altezza di 1,75

      Grazie della sua risposta

      #11226
      anonymous
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        Con un test da sforzo positivo per ischemia, che ci siano problemi cardiovascolari è quasi una certezza: il test dimostra una carenza di apporto di ossigeno al cuore in sede anteriore. Ciò significa quasi sempre che vi è una placca ateromasica che occlude parzialmente una arteria coronaria (le coronarie sono le arterie che ossigenano il cuore). Una carenza di ossigeno al cuore di durata di qualche decina di secondi provoca dolore acuto (“angina pectoris”) che passa quando l’apporto di ossigeno riprende; se la carenza di ossigeno si protrae troppo a lungo, la porzione di cuore che viene colpita va in necrosi (muore) provocando un dolore forte e continuo: l’infarto miocardico. Se la porzione che va in necrosi è molto estesa può portare anche alla morte.
        Questa in parole povere è la situazione. La coronarografia ha un duplice scopo: quello di vedere esattamente dove è la placca che occlude una coronaria e in contemporanea quella di eliminare la placca schiacciandola contro le pareti e di posizionare una molla d’acciaio (lo “stent”) che mantenga aperta l’arteria (Angioplastica Coronarica – PTCA). Quindi olter alla diagnosi, si farebbe direttamente anche la terapia preventiva e risolutiva: una volta fatta l’angioplastica, non corri più alcun rischio di ischemia.

        Mi sembra che l’approccio del tuo medico sia perfetto.
        Per quanto riguarda la cardioaspirina, è bene che la prenda e stai tranquillo che non ha alcun effetto sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca: è solo un antiaggregante (impedisce la formazione di piccoli coaguli piastrinici.

        Saluti ed in bocca al lupo!

        #1341
        sanmag
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