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  • #8088
    anonymous
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      Per Andrea e Roberto:

      le terapie antibiotiche fatte senza diagnosi precisa, a largo spettro, per curare una malattia infettiva, sono giustificate solo come primo e più pratico approccio: se il paziente guarisce, si risparmiano numerosi esami talvolta anche spiacevoli.
      Nel vostro caso, però sembra che le terapie iniziali non siano andate a buon fine.
      E’ necessario a questo punto giungere ad una duiagnosi etiologica precisa: sarà necessario isolare il microrganismo responsabile (mediante colture bettriche o esami del secreto uretrale o prostatico) e procedere ai test di sensibiolità agli antibiotici, altrimenti si rischia di non eradicare l’infezione e di cronicizzarla.
      Un altro punto da sottolineare è che qualunque terapia effettuata per uretriti o prostatiti deve sempre esssere eseguita anche dalla partner, altrimenti dopo la cura, recidiverà sicuramente.

      Saluti!

      #8089
      ugo
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        Ciao a tutti, sono un nuovo ( purtroppo ) iscritto al forum, con una certa cognizione di medicina.Intanto ringrazio per lo spazio a disposizione, molto utile per un confronto tra noi affetti da questa fastidiosa patologia.
        Credo sia utile fare un pò di chiarezza per raggiungere dei punti fermi e risposte efficaci, laddove possibile.
        1- la malattia per quanto banale, presenta risvolti psicologici molto importanti, spesso sottovalutati dagli urologi, legati alla durata della malattia, all’incertezza della prognosi ed a volte al coinvolgimento della sfera sesuale.
        2- sembra che gli antibiotici per bocca siano del tutto inefficaci, considerando che tutti noi abbiamo fatto multipli cicli più o meno lunghi degli antibiotici più svariati.
        3- so per certo che fino ad oggi l’urologia tradizionale tendeva a considerare questo tipo di malati come psicopatici, ma almeno nel mio caso e credo anche in altri, così non è. La difficoltà di comprensione da parte degli urologi deriva dalla varietà ed aspecificità dei sintomi e probabilmente da meccanismi patogenetici ancora non del tutto noti e quindi dall’impossibilità di proporre una terapia sicuramente efficace.
        4- è per questo che quasi tutti noi, dopo aver consultato Internet, finiamo dallo stesso urologo che propone le famose infiltrazioni sulla base di quanto segue ( su cui sarebbe necessario per noi pazienti avere risposte chiare e circostanziate, ove possibile ) :
        A- a tutti noi, dopo una serie di esami tradizionali inutili in quanto negativi, viene diagnosticata una infezione da Chlamydia ( germe comune, molto primitivo e rudimentale, la cui tenacia viene forse sottovalutata ) per mezzo di un esame di un campione di urine prelevato DOPO massaggio prostatico ed esaminato con il metodo della amplificazione del DNA eseguito presso un laboratorio di Pescara o di Firenze, che sembrano essere gli unici centri ad eseguire questo particolare esame.Questo perchè il germe non sarebbe reperibile con comuni esami di laboratorio. D’altra parte in assenza di altre cause ( ad esempio nel mio caso, ho 45 anni, non ci sono segni di alcuna altra patologia prostatica ed il PSA è perfettamente normale ) sembra ragionevole abbinare i sintomi a questa infezione ( fra l’altro chi non ha avuto rapporti a rischio, suoi o del partner? ).
        Quindi prima domanda : vi sembra logico questo metodo di procedere? Sarei curioso di sapere quanti positivi si troverebbero facendo lo stesso esame a persone asintomatiche, per avere un importante punto di partenza.
        B- Quindi si tenta comunque qualche inutile ciclo di antibiotici ( io ne ho fatti diversi, l’ultimo dei quali 6 settimane di tetracicline, Bassado ) ma sembra che la difficoltà del trattamento derivi dalle caratteristiche sia del microbo ( parassita a replicazione intracellulare lenta )che dell’organo( difficilmente raggiungibilie ), il tutto aggravato da eventuali concause quali stenosi del dotto vescicale ( ma preesistenti o secondarie alla malattia? ) che favorirebbero ristagno di urina in vescica e nei canalicoli prostatici, alimentando i sintomi e l’infezione.
        Da qui deriva l’ipotesi di ottenere risultati con l’infiltrazione in loco di un cocktail di antibiotici, eseguita sotto la guida di ecografia, probabilmente transrettale, che avrebbe la funzione di tentare di eradicare l’infezione in loco.
        Io non mi sono ancora sottoposto a questo trattamento perchè sto tentando prima tutto il possibile con la collaborazione di specialisti in malattie infettive.
        I quesiti leciti che tutti noi ci poniamo, ed ai quali non è stata data ancora una risposta chiara in questo forum, sono :
        la malttia guarisce o dobbiamo rassegnarci per sempre a vivere cosi?
        ( io ho sentito di un caso durato due anni e mezzo, un altro caso di prostatite da Escheirichia Coli durato tre anni ed un caso di Chlamidia in una donna durato un anno, ma tutti superati )
        Conoscete casi di guarigione completa, o ci sono continue recidive?
        E’ plausibile il meccanismo patogenetico sopra descritto?
        Perchè se lo conosciamo quasi tutti noi malati, non è così conosciuto presso gli urologi?
        Le infiltrazioni potrebbero essere risolutive?
        Esiste qualcuno che le ha fatte ed è guarito?
        Le infiltrazioni sono dolorose?
        Le infiltrazioni potrebbero essere dannose o pericolose?
        Se si, sotto quali aspetti? Soltanto per una eventuale sterilità o per altre ragioni?
        Spero di essere stato chiaro nell’esposizione e mi scuso per la lungaggine, credo necessaria.
        Prego il medico che leggerà e darà risposte di non sottovalutare l’argomento e le nostre sofferenze con risposte generiche ed evasive.
        Credo inoltre che noi malati dovremmo riunirci in gruppo per confrontare le nostre esperienze, evitare di sottoporci ad inutili terapie ed avere, per così dire, più potere contrattuale presso gli urologi, in quanto un congruo numero di pazienti farebbe certamente più gola di tanti individui rompiscatole, è brutto dirlo ma spesso si ragiona così.
        Grazie per l’attenzione e sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. Ciao a tutti.

        #8090
        adelaide
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          Ciao sono una ragazza e vivo a Torino, vorrei saper se ci sono dei centri dove, tramite la tecnica dell’amplificazione del DNA, mi possano dire se sono affetta da clamidia. Mi hanno detto che è la tecnica più “certa”…
          Grazie

          #8091
          anonymous
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            Sicuramente puoi effettuare la ricerca della Clamidsia mediante amplificazione del DNA (PCR) all’ Ospedale Molinette, ma credo anche negli altri ospedali di Torino, prova in questi:

            OSPEDALE AMEDEO DI SAVOIA-TORINO
            LABORATORIO BALDI RIBERI – TORINO
            SAN G. BATTISTA – TORINO
            OSPEDALE MAURIZIANO -TORINO
            OSPEDALE MOLINETTE-TORINO
            LABORATORIO NUTRIZIONE CLINICA – TORINO
            OSPEDALE REGINA MARGHERITA- TORINO
            O.I.R.M. S. ANNA – TORINO

            Ciao!

            #8092
            sem
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              Un cordiale saluto a tutto il forum.
              Nel 2002 ho accusato dei disturbi che mi anno portato da un urologo che mi ha diagnosticato una prostatite subacuta;
              riporto di seguito l’esito della ecografia trans-rettale:
              si evidenzia ghiandola di dimensioni cc46 ll45 ap26 con disomogeneità della porzione periuretrale come da flogosi;
              collo vescicale lievemente rilevato.Nulla da segnalare a carico della porzione periferica. linea capsulare integra.vescicole seminali fusiformi.
              da circa due settimane ho iniziato ad accusare sintomi strani:
              all’atto della minzione flusso molto ridotto e minzione molto lunga,
              se trattengo di più del solito fatico ad urinare , e dopo aver urinato mi torna lo stimolo dopo breve tempo sempre con il flusso debole e impiego molto tempo.
              La prostatite subacuta l’ho curata con TAVANIC 500 iCP al giorno x 12 gg
              MICTOSONE 1 supp alla sera per 10gg

              devo ripetere la stessa cura o devo tornare dall’urologo per ulteriori esami?

              Grazie
              Sergio[8D]

              #8093
              sem
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                P.S. ho dimenticato di dire che ho una ghiandola inguinale sinistra ingrossata ed il testicolo sinistro presenta come unbozzetto più visibile dopo aver fatto la doccia, dolorante se premuto
                Grazie per la risposta e saluti a tutti

                Sergio ( ho 40 anni )

                #8094
                anonymous
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                  Sembrerebbe un problema di ipertrofia prostatica con stenosi dell’uretra prostatica, ma non è detto che questi sintomi siano da ascrivere ad una infezione (prostatite): soprattuto manca il dolore perineale che spesso è legato ad una prostatite.
                  Sarebbe opportuna una visita urologica, anche per valutare la tumescenza sul testicolo (varicocele? epididimite?) ed il linfonodo inguinale. Aggiungerei anche una uroflussometria semplice (se non un esame urodinamico) per valutare la fase minzionale e le pressioni degli sfinteri.

                  Saluti!

                  #8095
                  gianluca-gio
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                    Salve, ho 36 anni.
                    Soffro di forti cistiti da circa un anno, a periodi alterni. I sintomi principali sono l’esigenza continua di urinare e, durante gli attacchi più forti, dolori e gonfiori basso addominali.
                    Questo stato, oltre a influire sul mio umore, mi crea problemi nella vita normale, nonche’ da un punto di vista sessuale.
                    Dopo circa sei mesi mi ha visitato un andrologo il quale non ha rilevato alcun ingrossamento prostatico e mi ha dato monuril per due giorni, e cistalgan per 7 gg + urinocoltura (singolo prelievo e 3 prelievi in coltura: esami totalmente negativi)+ecografia basso addome (tutto negativo).
                    I sintomi, non so se sia stato un caso, ma nel periodo del trattamento antibiotico sono peggiorati. Il mio medico di base mi ha dato allora un’altra cura (chimoplus per 5 gg): sintomi peggiorati. Dopo che mi è passato l’attacco, sono stato 15 gg. a digiuno completo di rapporti sessuali (anche auto indotti). I sintomi erano diciamo spariti. Provo quindi con un rapporto sessuale (totalmente esterno e non completo), e immediatamente dopo l’eiaculazione ho avuto un forte attacco di cistite, che è durato 4/5 gg. La cosa strana è che ho sentito fastidio nel momento esatto dell’eiaculazione, come se il passaggio dello sperma nell’uretra mi avesse scatenato una qualche reazione.
                    Allora abbiamo pensato ad una candida: diflucan per 7 gg. Dopo un breve periodo di quiete, il problema è ricominciato.
                    Chiedo allora al mio medico di prescrivermi un tampone uretrale. Risultato: positivo alla Chlamydia.
                    Sono oggi in cura con Klacyd 500 mg 2 vv. al giorno per 14 gg.
                    Dopo 5 gg. dall’inizio: di nuovo cistite, e guarda caso me ne sono accorto proprio dopo un rapporto sessuale (sempre esterno e non completo).
                    Sono ovviamente a pezzi.
                    Potrebbe trattarsi di qualcos’altro e non di clamydia?
                    Il trattamento che sto eseguendo ora (klacyd 500) è valido contro la clamydia? Io ho letto infatti di altri antibiotici come cura.
                    Grazie,
                    Gianluca

                    #8096
                    ugo
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                      Caro Gianluca mandami il tuo indirizzo e-mail a [email protected] ho alcune cose da dirti in privato. Comunque non preoccuparti troppo. Ciao.

                      #8097
                      anonymous
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                        Il Klacid è un macrolide (claritromicina) ed è efficace contro i patogeni intracellulari (Hemophylus, Clamidia e Micoplasma). Il dosaggio che hai preso è un dosaggio pieno (500 x 2 x 14 giorni) quindi e assai probabile che la clamidia sia stata eradicata. Se hai ancora gli stessi sintomi, è difficile attribuirli ad un infezione da clamidia.

                        #8098
                        kastid
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                          Buongiorno.
                          Mi è stata diagnosticata Chlamydia t. a fine gennaio tramite tampone anale a seguito di bruciore in tale zona, oltre che astenia e rigonfiamento del linfonodo dx a livello inguinale.
                          Dopo due cure di Miraclin (10 gg. x 2 cp. g), sono risultato negativo a test ematici con valori di IiG inferiori a 16.
                          A distanza di un paio di mesi, durante i quali ogni sintomatologia risultava scomparsa, si è ripresentata a metà maggio con valori relativamente bassi.
                          Mi è stata prescritta un altra terapia di Miraclin con uguale dosaggio e periodo.
                          E’ normale che i primi 2 cicli non siano stati sufficienti, pur avendo avuto rapporti non protetti col mio partner solo nel periodo in cui ad entrambi il test è risultato negativo (da marzo a fine maggio)?
                          Nel caso in cui anche tale ciclo non dovesse portare buon esito, cosa mi consiglia?
                          So che il Miraclin è tra i medicinali migliori contro tale infezione…è vero?
                          La ringrazio fin d’ora della sua attenzione.

                          #8099
                          anonymous
                          Membro
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                            Le proctiti infettive generalmente derivano da malattie trasmesse sessualmente (p. es., gonorrea, sifilide, di solito secondaria; Chlamydia trachomatis; herpes simplex; citomegalovirus [CMV]) o da altre infezioni (p. es., Campylobacter, Shigella, Salmonella).
                            La terapia quindi è sicuramente antibiotica.
                            Il maschio omosessuale con una proctite aspecifica può essere trattato empiricamente con la doxiciclina (100 mg bid) (Miraclin) o con il trimetoprim/sulfametossazolo (160-800 mg PO bid) (Bactrim Forte) o con il ciprofloxacin (500 mg bid) (Ciproxin) per 7 giorni: tutti antibiotici estremamente efficaci sui patogeni intracellulari come le Clamidie.
                            Il fatto che l’infezione si siar ipresentata, non è insolito: le infezioni da Clamidia spesso recidivano; del resto la maggior parte delle infezioni recidiva. Basti pensare ad una banale faringite: nell’arco di un anno di solito 2-3 episodi di faringite li abbiamo tutti, anche se ogni volta li trattiamo con antibiotici. Così è per le altre infezioni, compresa la proctite.
                            Ti consiglierei, se il Miraclin stavolta non facesse effetto, di alternare vari tipi di antibiotici fra quelli sopra riportati in modo da non selezionare ceppi resistenti e, possibilmente, di avere rapporti protetti (è sempre buona norma, anche in assenza di infezioni evidenti).

                            Ciao!

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