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30/11/2007 alle 02:17 - Views: 5 #5646::
Salve dottore,
Le scrivo per parlarle di un caso che avra’ sentito mille volte e che sara’ stufo di affrontare ma ritengo che si tratti del male della nostra epoca e che in termini molto egoistici faccia bene anche a me parlarne.
Ho 33 anni.
Un passato da buon sportivo fino all’eta’ di 20 anni dopodiche’ mi sono dedicato anima e corpo alla mia grande passione : la musica.
Nel mio campo professionale godo di un discreto successo pertanto preferisco non scrivere nome e cognome in pubblico , ma saro ‘ ben lieto di farlo qualora ci contattassimo in forma privata VIA E-MAIL.
Voglio essere assai sincero con lei.
Da un decennio il mio stile di vita e la mia alimentazione hanno subito un peggioramento drastico.
Orari impossibili , mancanza di attivita’ fisica , nonche’ nutrìzione non proprio salutista.
Per dirla tutta ho avuto qualche altra esperienza negli ultimi anni con sostanze diremo cosi’ non troppo lecite che mi aiutavano a mantenere certi ritmi e soprattutto ad affrontare alcuni avvenimenti molto negativi che mi sono capitati in ambito familiare.
Oggi conduco una vita di enorme responsabilita’, molto stressante in quanto devo quotidianamente prendere decisioni da cui dipende il successo della mia attivita’ , nonche ‘ lo stipendio di svariate persone di cui mi sento molto responsabile ( i miei piu’ stretti collaboratori).
Da un paio di mesi ho troncato qualsiasi assunzione di sostanze poco lecite ( che ho assunto a fasi alterne per un 3 anni al massimo e con sommo rammarico a volte anche in dosi piuttosto eccessive).
Tutto cio’ e’ successo in concomitanza col mio primo attacco di panico che mi ha letteralmente terrorizzato nonche’ cambiato la vita.
Premetto che sono sempre stato ansioso.
Mio padre , mio nonno e mio zio sono deceduti negli ultimi 5 anni a distanza di un anno l’uno dall’altro per tumore e io ho passato notti intere a pensarci e a sentire certi dolorini….Ma nulla in confronto di cio’ che mi e’ successo dopo.
Altro esempio: per lavoro viaggio spesso in macchina e i miei collaboratori mi sbeffeggiano perche’ ogni cento – duecento km mi fermo convinto di aver bucato.
Ma questa la considero ansia e ho imparato a conviverci in qualche modo.
Ora sono terrorizzato dal ricordo della prima crisi di panico e vivo in un perenne stato di attesa misto ad un senso di oppressione che mi impedisce a volte la creativita’ di cui necessito x svolgere il mio lavoro.
Oggi ho raggiunto il limite: ho assistio al racconto relativo ad un conoscente che e’ stato ricoverato per un infarto avuto martedi ‘ in un campo da tennis e accusato solo oggi dopo esami clinici.
Da quel momento i dolori che mi assalgono durante le crisi hanno cominciato a ” migrare” e a uniformarsi a quelli riscontrati dal mio conoscente nel sopracitato racconto.
Tutti mi ripetono:” E’ solo una questione della tua testa”, cosa che dicevo anche io a chi mi raccontava di questi attacchi prima di dovermici trovare faccia a faccia.
Per la prima volta ho comiciato ad assumere saltuariamente il famigerato ” Lexotan ” in unione a tisane e a volte nei casi peggiori ad un buon bicchiere di vino.
Lei dira: e quindi?
La mia domanda e’ molto semplice.
Posto che cio che ritenevo di dover cambiare nella mia vita l’ho fagtto con drasticita’ ( Droghe e orari di lavoro ) come posso agire per aiutare me stesso a tornare una persona normale?
In particolare la mia domanda verte su 3 binari:
Alimentazione
Orari di sonno
Assunzione farmacologica.
Il tempo libero che ho a disposizione e’ veramente molto poco e purtroppo le mie responsabilita’ continueranno a gravarmi addosso.
Inoltre pwer ovvi motivi la mia attivita’ si svolge in prevalenza di notte. Ecco che pure a questa sicura problematica non si puo ‘ trovare una soluzione , anche se in passato tali orari non mi hanno mai generato alcun problema.
Un bell’esame cardiologico potrebbe servire a tranquillizzarmi?Oppure entrerei in una spirale psicologica?
Che altro tipo di farmaco potrebbe consigliarmi?
La prego dottore …. mi creda … mai mi sarei sognato di trovarmi in una situazione del genere.
attendo fiducioso una sua risposta.
La ringrazio anticipatamente de tempo concessomi,
G.30/11/2007 alle 15:05 - Views: 3 #1657::Iniziamo con gli aspetti positivi: il tuo quadro clinico non mi sembra particolarmente grave nè complicato: si tratta semplicemente di una leggera ipocondria su base ansiosa, che è, come già hai detto tu, sempre più frequente a riscontrarsi a tutte le età.
Alla base degli attacchi di panico(a maifestazioni le più poliedriche immaginabili)c’è sempre una depressione, intesa come squilibrio neurotrasmettitoriale cerebrale in genere a carico dei sistemi serotoninergici ed adrenergici. Per questo, la terapia di questi disturbi si avvale di farmaci sintomatici (benzodiazepine ansiolitiche come il lexotan)e di farmaci antidepressivi curativi(inibitori del reuptake di serotonina e/o adrenalina), più o meno affiancati da percorsi psico-comportamentali.
L’uso delle benzodiazepine è estremamente indicato, senza temere l'”assuefazione”(che interviene raramente solo dopo l’uso per periodi molto lunghi di dosaggi molto elevati), purchè prescritte da un medico che sicuramente affiancherà anche un antidepressivo.
I cambiamenti importanti che hai già attuato alle tue errate abitudini di vita fanno capire che sei perfettamente in grado di affrontare nel modo giusto questa tua caratteristica caratteriale.Ciao!
30/11/2007 alle 17:18 - Views: 4 #4596::Grazie per la celere risposta.
Le sue parole sono senza dubbio di conforto, anche perche’ ieri non ho passato propriamente una “bella giornata” volendo usare un eufemismo.
Mi attivero’ immediatamente per l’integrazione farmacologica da lei consigliata ( antidepr.) nella speranza che la mia testa mi permetta di tornare a essere quello di prima.
In effetti la durata delle mie crisi( non sempre brevi…) mi ha portato a pensare ad un quadro psicologico di depressione.
La testa infatti fatica sempre a scaricarsi del tutto dal senso di angoscia e di paura della morte che mi attanaglia.
Grazie per il servizio che fate.
Lo trovo molto utile e soprattutto molto CIVILE in questa societa’ che sta’ sempre piu’ perdendo il valore della solidarieta’.
Grazie.
G. -
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