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La mononucleosi infettiva (detta comunemente malattia del bacio) è una malattia virale causata dal virus di Epstein-Barr (EBV). Ha un periodo di incubazione che va dalle quattro alle otto settimane e si trasmette per via aerea per mezzo delle “goccioline di Flugge” cioè di quelle particelle microscopiche di vapore acqueo che emettiamo con la respirazione. La contagiosità tuttavia non è elevatissima e spesso per contrarre la malattia c’è bisogno di un “contatto” piuttosto stretto. Tipica è la trasmissione attraverso il bacio (da cui il nome popolare.
Si manifesta con stato febbrile, stanchezza, astenia, in alcuni casi si avverte un ingrossamento della milza, mal di gola intenso eventualmente accompagnato da alterazione delle tonsille, che si ricoprono di un muco di colore verdastro, ma la caratteristica principale è la comparsa di linfonodi sul collo di volume notevole tanto da dare l’aspetto di “collo proconsolare”. In alcuni casi, si può manifestare esantema. In casi eccezionali (meno del 15%), dovuti a mancanza di cure appropriate, si può manifestare encefalite, spesso purtroppo con decorso infausto.
La febbre, in genere è piuttosto elevata, e può manifestarsi anche per due settimane. Il decorso è naturale, e sempre benigno.
È facile poter confondere la mononucleosi con una tonsillite in quanto i sintomi sono pressoché gli stessi se non fosse che la cura antibiotica in genere prescritta è completamente inefficiente in quanto i virus sono insensibili agli antibiotici. In questi casi prima di ogni allarmismo può essere utile ricorrere al test della mononucleosi (MNI test) o al dosaggio degli anticorpi specifici per l’ EBV.
Contro la mononucleosi, essendo di origine virale, non vi sono cure, ad eccezione degli antivirali di ultima generazione o del cortisone, consigliati però solo in casi particolarmente gravi. Nella maggioranza dei casi, comunque, la malattia decorre in non più di 2 mesi senza ripercussioni di alcun tipo. Dopo l’infezione primaria il virus di Epstein-Barr stabilisce un’infezione latente; si possono verificare delle riattivazioni dell’infezione, dato che l’individuo rimane un portatore del virus per tutta la vita.
E’ quasi costante l’interessamento epatico con l’innalzamento delle transaminasi (AST e ALT). È importante quindi, evitare di fare troppi sforzi per un periodo di almeno 3 mesi o per lo meno fino alla completa normalizzazione delle transaminasi, per assicurarsi che il decorso sia terminato anche perchè il virus tende a far ingrossare la milza, che nei casi peggiori, può rompersi.
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