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arnold.
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18/01/2009 alle 12:59 - Views: 74 #6489::
sono una donna di 49 anni, nel marzo 2007 per un incidente motociclistico ho avuto”frattura ala sacrale sx e delle branche ischio-pubica ed ileo-pubica bilateralmente con diastasi sinfisi, lussazione sacro-iliaca bilaterale, area libera dello spazio adiposo perirettale, scavo pelvico ed enfisema sottocutaneo partete addominale anteriore, emorragia genitale, lacerazione vaginale, ematemesi” risultato che piu’ mi rende difficile ricominciare e’ una lesione allo spe con disestesie dolorose, parestesie e ipoestesie arto sx. avrei bisogno di sapere quale medico puo’ visitarmi per dirmi con sincerita’ assoluta che possibilita’ ho.
nella speranza veramente di avere una risposta qualunque essa sia
grazie!!!21/01/2009 alle 06:38 - Views: 52 #12853::Anche se il recupero della funzionalità di un nervo è sempre molto lento, soprattutto in caso di lesioni gravi, dopo quasi due anni credo che un ulteriore miglioramento neurologico spontaneo sia da escludere. A meno che non vi siano strutture (ossee, vascolari ecc.) che ancora comprimono il nervo sciatico popliteo esterno (SPE).
Ti consiglierei una visita neurologica, neurochirurgica ed anestesiologica. La prima per valutare la situazione dal punto di vista del recupero della funzione del nervo, la seconda per valutare se sussistano le condizioni per una revisione chirurgica (eventuale deompressione o sbrigliamento di porzioni del nervo), la terza per individuare una terapia antidolorifica cronica che ti permetta una vita il più possibile normale.
Cari saluti21/01/2009 alle 08:38 - Views: 50 #235631/03/2009 alle 18:34 - Views: 80 #12854::Ciao Stefanimanuela,
come ti capisco il deficit allo spe è proprio una bella scocciatura…
Premetto subito che io non sono medico, ma un paziente che ha la “brutta” abitudine a informarsi molto presso varie fonti. Anch’io soffro di questo deficit (di origine traumatica) ed essendomi scontrato con problemi simili il mio parere soggettivo, quindi da profano ed opinabile, è il seguente:PUNTO PRIMO: risolvere il fattore dolore, che porta ad una demoralizzazione e mancanza di entusiasmo generale. Questo lo si può risolvere con farmaci, interventi chirurgici o apparecchiatura elettrica impiantata chirugicamente. La mia esperienza è che per i primi 9 mesi l’ho risolto con farmaci molto forti (morfina, cortisone e antiepilettici con conseguenti effetti collaterali…) poi ho proceduto ad una neurolisi dello sciatico nella zona della lesione. Il risultato è che i dolori sono spariti per un buon 80-90% se non piccole e saltuarie scosse nel piede. Permangono ovviamente le disestesie che dipendono perlopiù dalla denervazione delle fibre sensitive dello spe. Adesso riesco a stare seduto su di una normale sedia per più di cinque minuti…
Poi, in caso di dolore cronico forte, la tecnologia odierna mette a disposizione una sorta di stimolatore elettrico con gli elettrodi installati nel midollo spinale. Questo apparecchio, installato chirurgicamente, pare che sia in grado quasi di eliminare (diciamo di ridurre di molto) il dolore neuropatico. A me era stato proposto ma poi la situazione (almeno per il momento) si è risolta con la neurolisi.
IMPORTANTE: Nel frattempo continuare, o iniziare nel caso tu non lo stia facendo, con la fisioterapia e l’elettrostimolazione.PUNTO SECONDO: cercare di capire il tipo di lesione che hai, ovvero: se il nervo è completamente sezionato, o con solo la guaia danneggiata, o stirato, o compresso, ecc. Poi a che altezza è la lesione. Questo è possibile mediante esami tipo EMG, RMN specifiche, RX, TAC e studiando le storia traumatica e chirurgica recente.
Una volta stabilito queste cose si possono definire le azioni successive da intraprendere: neurolisi, neuroraffia, trapianto autologo nervoso ecc. Per quello che un pò tutti mi hanno detto è che se non riprende spontaneamente la funzionalità entro 6/9 mesi solitamente bisogna intervenire chirugicamente per tentare l’ultima chance, anche se la letteratura medica riporta di 2 riprese spontanee addirittura a 2 anni e mezzo dal trauma, non so però che tipo ripresa hanno avuto. E sopratutto sono solo due casi su tanti…PUNTO TERZO: valutare le palliative. Ovvero, cercare una bella, comoda e funzionale ortesi che ti possa garantire una certa tranquillità e sicurezza nella deambulazione e nella vita di tutti i giorni.
Poi valutare eventualmente un transfer tendineo del muscolo tibiale posteriore pro anteriore. Tradotto: ti spostano il tendine di un muscolo che attualmente va attaccandolo ad uno di quelli che non vanno. E’ un discreto intervento che comporta un gesso per almeno 6 settimane in scarico totale. Poi ti aspetta un bel lavoro di fisioterapia di qualche mese per rimappare la mappa dei movimenti del tuo cervello perchè tu dovrai “pensare” di ruotare la pianta del piede verso l’interno mentre il piede stesso verrà invece in sù.Spero di esserti stato utile
Ciao 🙂 -
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