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Premesso che in medicina le diagnosi non si fanno mai (ed insisto sul MAI) sulla base di un solo test diagnostico, il test di provocazione alla metacolina è dotato di una elevata sensibilità: ha cioè pochi “falsi negativi”. In altre parole è estremamente difficile che vi sia un’asma con un test alla metacolina negativo; esistono invece circa il 15-20% di “falsi positivi”, cioè di persone che hanno un test alla metacolina positivo ma non hanno l’asma. Si parla in questi casi di “iperreattività bronchiale” asintomatica.
Per fare diagnosi di asma deve quindi esserci la coincidenza di sintomi clinici suggestivi (tosse cronica prevalentemente notturna, dispnea ecc.) e positività del test alla metacolina.
Per quanto riguarda l’asma da sforzo, come dice il nome, viene scatenata proprio dallo sforzo. Quindi in genere nel sospetto di asma da sforzo, il test di provocazione non si fa con la metacolina ma con stimoli fisici (esercizio fisico): la positività del test da sforzo si ha quando in seguito ad esercizio fisico compaiono sintomi (dispnea inappropriata per lo sforzo sostenuto e prevalentemente espiratoria, comparsa di sibili e ronchi espiratori all’auscultazione del torace).
Recentemente è stata proposta la misurazione dell’ ossido nitrico alla bocca (NO) come marcatore utile per porre diagnosi di asma bronchiale. Il test è dotato di elevata specificità (8% solamente di falsi positivi) e di elevata sensibilità (14% di falsi negativi).
Ciao!